Il nostro viaggio a Zanzibar tra la poesia dei suoi colori e storie di semplice quotidianità
Che sia una destinazione da sogno, questo si sa! Il colore del suo mare e’ qualcosa di unico al mondo, così come il fenomeno delle maree che lo accompagna. Ma cosa c’e’ dietro alle palme che ondeggiano al vento e alle spiagge da cartolina tanto decantate nei cataloghi di agenzie viaggi e tour operator?
Ci siamo addentrati nei villaggi più autentici per incontrare cultura e realtà locali e ve lo raccontiamo qui. Non troverete pertanto indicazioni sulle classiche destinazioni già ampiamente menzionate nelle guide turistiche come Prison Island, Mnemba, Nungwi, Spice Tour, ecc…
Tutto quello per cui Zanzibar ci ha stupito
1. Il fenomeno delle maree
Abbiamo visto mari meravigliosi ma una distesa come questa, mai. E poi le mille sfumature di colori che si creano sono qualcosa di davvero unico. Il fenomeno, imperdibile durante un viaggio a Zanzibar, e’ sicuramente piu’ marcato nella costa a ovest e personalmente consiglio questa zona per l’intero soggiorno ma, se anche decideste di optare per altre parti dell’isola, non mancate di trascorrere qui almeno un paio di giorni. Le albe che mi ha regalato questo paradiso non le scordero’ mai.
E’ vero che il mare si ritira anche di qualche km ma considerate che ciò accade ogni 6 ore, quindi ci sono due maree al giorno. Ad esempio, se la bassa marea e’ alle 9 del mattino vuol dire che “non potrete fare il bagno” a due passi dalla spiaggia, se non camminando al largo per un bel po’. Ma vuole anche dire che dopo circa 3 ore la condizione sarà perfetta e resterà tale fino alle 15, orario di alta marea. Da lì comincerà di nuovo a scendere ma sarà ancora possibile godersi il mare per le 3 ore successive, fino alle 18, e cosi’ via. Noi non lo abbiamo trovato assolutamente un limite, anzi, un’occasione per fare attività diverse e scoprire i microcosmi che si formano nelle pozze della laguna in cui resta l’acqua: un paesaggio lunare!
TIP: portatevi le scarpette da scoglio, l’acqua e’ limpidissima e il fondale sabbioso ma ci sono punti con splendidi ricci di mare.
2. La raccolta delle alghe a Paje
Le donne di Paje e dei villaggi intorno collaborano a questo progetto nato alla fine degli anni ’80 che permette loro di uscire dalle case e fare un passo verso la valorizzazione della loro persona, come donne, ma soprattutto come esseri umani.
Ne parlo approfonditamente in questo articolo a cui vi rimando per avere tutte le informazioni sul Seaweed Centre di Paje, su come si svolge la visita e sull’attività nel dettaglio.
La visita al Centro e’ stata davvero emozionante e ben organizzata per cui vi consiglio di non perderla assolutamente!
3. Perdersi per le vie di Stone Town
Ho amato Stone Town! Seppur polverosa, caotica e un po’ malconcia, non scorderò mai quel pomeriggio in cui ho lasciato Stefano in hotel e mi sono addentrata da sola tra i suoi vicoli. L’avevamo gia’ girata insieme qualche giorno prima, toccando i punti principali, quelli più turistici, ma non mi bastava. In quelle vie io volevo semplicemente perdermici! E cosi’ ho fatto.
In questo articolo vi lascio un piccolo tour per girare la citta’ a piedi.
Il centro storico e’ assolutamente sicuro e, lasciandovi alle spalle le zone del lungomare e di Kenyatta Rd, nessuno vi disturbera’. I papasi (i ragazzi/beach boys/guide turistiche che spesso vi fermano per strada) si concentrano solo in quei punti, mentre nel resto della città la popolazione fa la sua vita tranquillamente. Anzi, girare nelle viette nascoste, ammirare gli scorci, ascoltare i suoni e i profumi provenire da dentro le case, sarà davvero emozionante! A tratti mi ha ricordato i nostri paesini del sud Italia, quando col caldo d’agosto, all’ora di pranzo, tutti sono rintanati in casa e dalle finestre provengono il tintinnio delle forchette nei piatti, le pale di un ventilatore che girano, l’ultimo notiziario del TG… poetico!
Stone Town e’ famosa per i suoi portoni di legno intarsiato, inutile dire che quel giorno ho fotografato tutti quelli che incontravo. Ad oggi se ne contano circa 250, io ne ho visti purtroppo solo una cinquantina e li potete ammirare qui.
Un po’ per caso sono riuscita a trovare anche gli antichi Bagni Persiani, conservati benissimo anche se un po’ abbandonati a se’ stessi (si paga un piccolo ingresso ma non vi sono spiegazioni o visite guidate). Chiedete alla ragazza all’ingresso di poter salire sul tetto: vi potera’ sul retro dove, tramite una anonima porticina, potrete ammirare i vecchi forni e camminare tra i lucernari.
4. La visita a Tumbatu Island
L’isola di Tumbatu e’ un mondo a se’ e se avrete occasione di metterci piede, sarà l’esperienza più insolita del vostro viaggio a Zanzibar Tutto quello che si legge online o sulle guide (c’e’ molto poco) e’ vero. Gli stessi zanzibarini considerano gli isolani di Tumbatu un po’ strani. In realtà sono solo molto conservatori e hanno avuto pochi contatti con la realtà al di fuori dell’isola. La cosa che ci ha stupito di più e’ stata la reazione dei bambini quando puntavi verso di loro il cellulare per immortalarli in una fotografia: la curiosità per quell’oggetto che li aveva catturati fino a un secondo prima si trasformava in paura, timidezza tando da farli fuggire a nascondersi.
Abbandonatevi a questa realtà e lasciatevi trasportare dal cuore: incontrare queste persone e’ qualcosa di unico e i loro modi di fare e di vedere il mondo qualcosa di puro e prezioso.
TIP: dalle informazioni che siamo riusciti a reperire online, pare non sia possibile visitare Tumbatu se non accompagnati da una guida. E’ infatti necessario avere un’autorizzazione dal capo villaggio per sbarcare. Noi ci siamo appoggiati a Love Zanzibar (tour operator che organizza attività turistiche a sostegno della popolazione e delle realtà locali) per organizzare l’escursione. Scrivete a Helen, la responsabile, che vi darà tutti i dettagli.
5. Il villaggio di Makunduchi
Abbiamo visitato questo villaggio con Haji, guida locale esperta incontrata sempre tramite Love Zanzibar. E’ stato un pomeriggio fantastico che avremmo voluto non finisse mai.
Abbiamo raggiunto il villaggio in bicicletta e poi pedalato tra le sue vie di terra rossa. Ad ogni angolo c’era qualcosa per cui valesse la pena fermarsi: dal gruppetto di anziani che giocava ad un tipico gioco di società locale, a chi prendeva l’acqua al pozzo, da chi cucinava qualcosa in un pentolone fumante a bordo strada, a chi assisteva ad una partita di calcio nel bar del paese. Uno spaccato di vita quotidiana così diversa ma così simile alla nostra che ci ha fatti sentire davvero un’unica razza su questo pianeta.
Ogni popolo fa le cose a modo suo, senza scarpe o con le scarpe, nella terra o sull’asfalto ma alla fine ciò che fa davvero, le piccole cose intendo, sono uguali in tutto il mondo.
Abbiamo assaggiato anche diversi tipi di frutta, banane (ben 3 varieta’), cocco, papaja dolcissimi e pedalato tra i bambini che ci correvano incontro gridando Jambo! Ho provato, senza riuscirci, a creare delle corde con la fibra di cocco facendole arrotolare sulla gamba e vi assicuro che non e’ per niente facile!
Al ritorno, ricorderò per sempre la nostra pedalata veloce per rientrare prima che facesse buio, sporchi di terra rossa, con il sole in faccia e tanta gioia nel cuore!
6. Un paradiso per il Kitesurf
Ne parlo alla fine ma in realtà e’ il primo motivo per cui abbiamo scelto di fare un viaggio a Zanzibar. Mi riferisco alla laguna pazzesca che si trova a Paje/Jambiani e in cui si concentrano tutte le migliori scuole e centri di noleggio di kite dell’isola.
La migliore e’ la Zanzibar Kite Paradise, situata all’interno dello Zanzibar White Sand Luxury Villas & Spa (splendido resort in cui soggiornare, tra l’altro). L’ideale e’ telefonare o controllare sul loro sito l’andamento delle maree nei giorni in cui siete interessati a prendere lezione/noleggiare ed organizzarvi di conseguenza. In alta stagione inoltre meglio prenotare perché sono sempre pieni. Anche le condizioni del vento possono variare ma gli istruttori sono molto esperti e sapranno dirvi come possono cambiare nelle ore a venire (a volte può essere meglio la mattina presto, altre il pomeriggio).
Questi sono stati i nostri plus di questo viaggio. Per qualche info piu’ tecnica per muoversi in autonomia vi rimando a questo post in cui vi parlo di SIM card, trasporti e $$$!
Inoltre qui trovate la mia intervista a Rolling Pandas in cui ho parlato del nostro viaggio a Zanzibar e di molto altro.
14 comments
Bellissimo il tuo articolo: si legge tra le righe l’emozione che ti lega a quest’isola. Ci sono stata tanti anni fa, poco più che bambina, era stato un soggiorno di villeggiatura al mare dopo un safari fotografico sul Continente. Ricordo davvero poco, solo le spezie e i portoni. Devo dire che ne conservo un ricordo anonimo. Leggere il tuo articolo mi ha fatto capire che ciò che si percepisce di un luogo dipende moltissimo da come lo si vive: dall’interno (come te) o dall’esterno (come me in quel viaggio di tanti anni fa).
Sicuramente da bambini è tutto diverso! Io ho viaggiato poco da piccola purtroppo, cerco di rifarmi ora! 😀
Incantata dalle tue foto e dal tuo racconto di queste meraviglie. La cosa che più mi piace? i portano intagliati. Andrò a spulciare anche l’articolo a riguardo!
E’ davvero una particolarità di questa città! Ogni angolo era semplice meraviglia e stupore!
Sono stata a Zanzibar nel 2011 e mi è rimasta nel cuore. Grazie al tuo articolo ho rivissuto quella splendida esperienza.
Io non mi aspettavo così tanto quanto poi mi ha effettivamente dato! Davvero speciale!
L’avevo presa in considerazione come destinazione invernale, mi incuriosisce molto e più ne leggo più vorrei partire.
Anche la possibilità di fare queste escursioni la rende una meta davvero interessante
Tutta la parte fuori dai circuiti turistici merita davvero!
Questo racconto, insieme alle foto, mi fa sognare Zanzibar con i suoi paesaggi incantevoli e il fenomeno delle maree. Come si torna da un viaggio simile? 🙂
Decisamente stupiti per quanto siamo riusciti a meravigliarci ancora per le sue bellezze… e stanchi :D, perché se non viaggi con i pacchetti turistici e ti sposti da solo ci sono alcune “difficoltà” da tenere in considerazione!
bel racconto e belle foto. Nonostante il mare sia speciale, da solo a me non basta, per un viaggio memorabile. Ma le emozioni che derivano dagli incontri con la gente riempiono sempre l’anima e sono quelli che aiutano a comprendere meglio il mondo. Dal tuo articolo traspira tanta passione e.sei riuscita ad emozionarmi.
Hai colto esattamente anche il mio pensiero… gli incontri con le persone restano impressi nel cuore!
Una terra affascinante, che mi incuriosisce molto… me l’hai confermato con il tuo racconto e le tue bellissime foto!
Grazie! Ha stupito decisamente anche noi!